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Un viaggio all’improvviso

Ero sempre stato curioso di vedere Rinella. Quelle grotte, la spiaggia nera, il piccolo porto: li avevo visti solo in foto. Anche l’anno scorso, quando andai a Filicudi, il pensiero di Rinella non mi abbandonava. Così, quest’anno, durante il nostro viaggio in live, ho deciso di partire. All’avventura,alla via e senza organizzare nulla.

Senza mappe, senza itinerario. La meta era l’isola, ma tutto il resto l’avrei scoperto camminando. Appena sbarcato a Rinella nel pomeriggio, mi sono subito tolto le scarpe, come spesso faccio nei miei viaggi, e sono sceso sulla spiaggetta.

La spiaggia e le grotte

La spiaggia è fatta di pietra lavica nera, ma si capisce subito che non è naturale. Le pietre sono vulcaniche ma sistemate a letto: infatti, alcuni ragazzi che ho incontrato poi, mi hanno raccontato che la spiaggia è stata rifatta.

Camminando ho visto delle grotte bellissime. Oggi servono come ricovero per barche, ma un tempo probabilmente erano depositi per barili di olio, capperi e malvasia: i frutti della terra di Salina, un’isola con una tradizione agricola fortissima che ancora oggi resiste, a differenza di altre isole piegate al turismo.

Verso Leni, tra scalini e profumi

Dopo un caffè in un piccolo bar dove mi parlavano di una granita (che non ho preso), ho iniziato a camminare senza meta. Mi sono incamminato lungo una vecchia mulattiera verso Leni, il comune che comprende anche Rinella. Salina è particolare, perché a differenza delle altre isole eoliane, ha tre comuni.Incontri e storie d’acqua

Rinella mi ha colpito subito. Più “scalcinata” rispetto ad altri borghi dell’isola, con muri sgretolati e un aspetto meno curato. Ma proprio per questo mi ha ricordato Stromboli, e mi è piaciuta. Camminavo tra vicoli, profumi e silenzio: era maggio e non c’era quasi nessuno.

Incontri e storie d’acqua

Ho incontrato dei ragazzi per strada. Mi hanno indicato un sentiero alternativo e sono salito. Una bella salita. Arrivato a Leni, ho notato i colori delle case: un rosso tipico, vecchie abitazioni enormi, segno di un passato agiato. Probabilmente erano case di ricchi proprietari terrieri.

Ho trovato anche un’antica fontanella con acqua potabile: a Stromboli non ne esistono. Lì ho incontrato William e Tommaso, due ragazzi del posto che mi seguivano già su TikTok. Mi hanno accolto con entusiasmo e fatto strada tra le vie del paese. Abbiamo visitato un vecchio rudere, testimonianza della tradizione agricola dell’isola, con tetti fatti di canne, pietra e calce.

Ritorno a Rinella e nuove connessioni

Loro sono andati in chiesa, io ho continuato a perdermi nei vicoli. Poi ci siamo ritrovati e siamo tornati a Rinella, stavolta lungo la strada carrabile con qualche deviazione tra le mulattiere. Abbiamo mangiato una pizza insieme, parlando del futuro.

William e Tommaso stanno studiando per diventare guide turistiche. Amano le loro isole, vogliono accompagnare chi arriva a scoprirle davvero. E io spero di tornare presto.

Una Salina agricola, tra memoria e bellezza

Quello che mi è rimasto dentro è la presenza di queste vecchie case, enormi, quasi monumenti di una ricchezza agricola passata, ora in decadenza. Quasi a rappresentare un tempo che cambia, un’economia che si sposta, ma che non dimentica.

Un viaggio semplice, ma vero. Una bellissima esperienza e alla via così…

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