
Un viaggio improvvisato a Filicudi, tra amicizia, caldo, vertigini e un richiamo che non si può ignorare
Non avevamo deciso nulla. Io e Sorcio sapevamo solo una cosa: volevamo andare in live su una delle nostre isole.
Fino all’ultimo, guardando gli arrivi e le partenze, ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti:
“Andiamo a Filicudi.”
E così, senza troppe domande, siamo saliti sull’aliscafo.
Appena sbarcati, ci accoglievano Santino e Davide, i nostri amici ormeggiatori, intenti a sistemare le cime dell’aliscafo appena ripartito.
Prima tappa: un caffè al porto.
E alzando lo sguardo, eccolo lì. Capo Graziano. In alto, come un richiamo.
Non abbiamo avuto dubbi.
Tra una chiacchiera e l’altra, abbiamo acceso la live.
E ci siamo incamminati.
Erano già le 11 del mattino, il sole picchiava forte e noi… scalzi.
L’asfalto ci bruciava sotto i piedi, ma non ce ne importava.
Era come se tutto ci spingesse lassù.
Verso Capo Graziano, con i piedi nudi sulla storia
Finita la strada asfaltata, abbiamo preso il bivio per Capo Graziano.
Lì comincia un altro mondo.
🌀 Cenni storici:
Capo Graziano ospita un importante villaggio preistorico risalente all’Età del Bronzo (circa 2000 a.C.), scoperto nel Novecento.
Qui si trovano i resti di oltre trenta capanne circolari, testimonianza di una delle prime comunità stabili delle Eolie.
Il promontorio era un punto strategico, da cui dominare il mare e osservare l’orizzonte.
Oggi è un luogo sospeso tra natura e memoria.
Salire, sudare, ascoltare
Abbiamo iniziato a salire, sempre scalzi.
Gli antichi scalini di pietra, arroventati dal sole, sembravano raccontarci qualcosa.
Dopo le prime salite, ripide e vertiginose, Sorcio si è fermato. Soffre di vertigini.
In live c’erano molte persone, così gli ho detto:
“Aspettami qui, io salgo ancora un po’. Siamo venuti fin qua, non posso fermarmi ora.”
Il caldo era forte, sudavo a ogni passo.
Ma non riuscivo a fermarmi.
L’isola mi chiamava e mi guidava.
Sul bordo della roccia, ad ascoltare
Al primo spiazzo ho trovato i primi resti delle capanne.
Qualche turista osservava in silenzio.
Ma io non mi sono fermato.
Sono salito ancora.
La salita si faceva sempre più ripida, ma la testa e il cuore mi spingevano oltre.
Al secondo spiazzo mi sono fermato.
Non ero in cima, si poteva continuare.
Ma Sorcio era giù ad aspettarmi.
E forse, qualcosa è giusto lasciarla per la prossima volta.
Così mi sono seduto sul bordo di una roccia.
Mi sono fermato ad ascoltare l’isola.
Davanti a me il mare, limpido, dalle mille sfumature di azzurro.
Il fondale si vedeva nitido, come se l’isola volesse mostrarmi tutto.
E io me ne sono riempito l’anima.
Lasciati guidare: l’isola ti parlerà
Non serve un programma.
Non servono scarpe nuove o mappe dettagliate.
Serve solo la voglia di lasciarsi guidare.
Perché queste isole non si visitano:
si vivono, si ascoltano, si respirano.
Ogni pietra ha una storia.
Ogni salita ha una voce.
Ogni scorcio regala qualcosa, se ti fermi il tempo giusto.
Vieni qui. Vieni a Filicudi, a Capo Graziano o dove ti porta il cuore.
Ma quando arrivi… non avere fretta.
Siediti. Respira. Ascolta.
L’isola ha qualcosa da raccontare anche a te…e alla via così alla prossima avventura
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