
Tra profumi, colori e racconti familiari: camminando sull’isola che sembra un sogno dipinto di bianco.
Un’isola che sa di casa
Ho sempre pensato al colore bianco quando penso a Panarea.
La dama bianca, l’ho sempre chiamata.
Bellissima Panarea, e anche un po’ casa.
Mia mamma ci è nata, perché i miei bisnonni materni vivevano lì.
Ma questa è una storia che vi racconterò un’altra volta.
Un incontro al tramonto
È stato un incontro bello, sul far della sera.
Giovanni ci ha raccontato parte della storia del locale che oggi si chiama Da Carola.
Ma quella storia ve la lasciamo raccontare da lui nel video.
Qui, invece, voglio parlarvi delle mie emozioni.
A piedi verso Iditella
Appena sbarcato, sono andato subito a Iditella, nella parte nord-est dell’isola.
Non ricordavo bene quel luogo, anche se da ragazzo ero già stato a Panarea.
Abbiamo ancora dei parenti che vivono lì, tra cui zia Maria, che sono andato a trovare subito dopo aver mangiato una granita Da Carola.
Camminare, osservare, emozionarsi
Ho camminato molto.
A piedi ho percorso le stradine tra le case bianche, lasciandomi attraversare da tutta quella bellezza che riempie gli occhi.
I colori della natura spiccano su quel bianco assoluto, creando contrasti che sembrano dipinti.
La vegetazione è rigogliosa, curata con amore.
I profumi di fiori e di mare mi accompagnavano passo dopo passo.
E mentre camminavo, sentivo crescere dentro di me un’emozione difficile da spiegare: un misto di ricordi, appartenenza e meraviglia.
Panarea: accoglienza, bellezza e identità
Panarea è davvero unica.
E grazie all’accoglienza sincera dei miei amici e dei miei parenti, mi sono sentito davvero come a casa.
Non vedo l’ora di scoprirla ancora più a fondo.
Alla prossima, allora e alla via così…
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