Sulla mulattiera, tra pietra e silenzi a filicudi

Tra pietre, sentieri e incontri: il mio primo racconto da Filicudi

Nel cuore delle Eolie c’è un’isola che parla attraverso la roccia, racconta storie antiche con i suoi sentieri e ti osserva in silenzio. Questo è il mio primo vero incontro con Filicudi. Un viaggio fatto di luce, pietra e umanità.

Un primo incontro lampo

Ero stato a Filicudi solo un anno prima, per lavoro, durante un giro di consegne. Poche ore appena, ma sufficienti per lasciarmi qualcosa dentro. L’ho chiamata subito “l’isola di pietra”. Calda, intensa, con una luce tutta sua. Una luce che appartiene a tutte le Eolie, ma che qui sembra restare più a lungo sospesa nell’aria.

Il ritorno in live

A maggio ci sono tornato, stavolta in live, insieme a Tomas (il Sorcio). Appena sbarcati, ci siamo incamminati verso le macine sotto Capo Graziano, ma non le abbiamo trovate. La vegetazione aveva nascosto tutto. Lo abbiamo capito solo più tardi.

Spiaggia delle Punte

Così siamo tornati sulla strada e siamo andati verso la spiaggia delle Punte. Anche lì, la magia era ovunque: nei colori, nei suoni, nella calma che solo certi posti sanno darti. Mi sono fermato. Ho ascoltato.

Sulla mulattiera, tra pietra e silenzi

Poi abbiamo preso la vecchia mulattiera verso Pecorini. Camminavamo tra qualche topo, qualche biscia, e un’energia forte. Ma quello che mi ha colpito di più è stata la pietra.

Ovunque mi girassi, c’era pietra. Nei sentieri, nei muretti a secco, nei terrazzamenti antichi. Mi sentivo circondato da questo materiale vivo, caldo sotto il sole, ruvido sotto le mani. Mi ricordava il passato. La pietra a Filicudi non è solo un elemento: è una presenza. Una delle vere protagoniste dell’isola. Sorregge, protegge, racconta.

Alla fine del percorso, vicino Pecorini, siamo arrivati davanti a delle case bianche che si affacciavano sul mare. Un’immagine che porto ancora con me.

Un piatto di pasta e l’accoglienza vera

Poi un tuffo dalla banchina e un piatto di pasta cucinato per noi da un’attività ancora chiusa per la stagione, che stava riaprendo proprio in quei giorni. Ce l’hanno preparato solo per noi. È stato uno di quei gesti semplici ma veri.

Infine, è arrivato Eugenio, che ci ha caricato in macchina e ci ha portati fino al porto. Lì, a casa di Santino e Rosaria, ci hanno offerto un caffè. C’era anche Davide. Risate, accoglienza, Eolie.

Le papere e l’arrivederci

Alla fine, sulla spiaggia, c’erano delle papere che sembravano non voler far scendere nessuno. Una piccola scena buffa e dolce. Era come se volessero dirci: “Fermati, respira.”

E così ho fatto.

E così voglio rifare.

Alla prossima, Filicudi e alla via così…











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